La resa del Giappone ed il ritorno di Singapore sotto il controllo britannico
Il 15 agosto del 1945 l’imperatore del Giappone Hirohito annunciò la dichiarazione di resa incondizionata1 ed il generale giapponese Seishiro Hitagachi, luogotenente in carica di Singapore, il 2 settembre del medesimo anno firmò i documenti di resa dinnanzi all’ammiraglio Lord Louis Mountbatten, comandante supremo delle forze alleate nel Sud-est asiatico2.
Singapore tornò quindi sotto il controllo dell’amministrazione militare britannica fino al primo aprile del 1946, data in cui gli Straits Settlements vennero formalmente aboliti. Le ex-colonie di Penang e Melaka entrarono così a far parte della cosiddetta Malay Union (dal 1948 Federation of Malaya mentre Singapore tornò ad essere una colonia della Corona britannica dove venne instaurato un governo civile provvisorio della cui amministrazione fu incaricato il governatore britannico Sir Franklin Gimson3.
Durante questo periodo di transizione numerosi erano i mali che affliggevano la popolazione di Singapore; l’assoluta carenza delle condizioni igienico-sanitarie fondamentali, la crescente corruzione generale, il considerevole incremento della criminalità, il dilagare del mercato nero, lo smodato consumo di oppio, il gioco d’azzardo e la prostituzione che nel corso del triennio dell’occupazione nipponica divenne una pratica legalmente riconosciuta da parte delle autorità occupanti4.
Le prime elezioni del consiglio legislativo di Singapore e la Rendel Constitution
Il 20 marzo del 1948 furono indette le prime elezioni generali del Consiglio Legislativo di Singapore; un organo istituzionale di cui facevano parte 22 membri, 6 dei quali venivano eletti dal popolo. Alla competizione politica si presentarono due partiti: gli Indipendents ed il Progressive Party, del quale facevano parte soprattutto europei, anglofoni in genere, commercianti e liberi professionisti. Al momento dello spoglio elettorale si poté assistere and una quasi perfetta situazione di parità mentre le successive elezioni del 1951 videro il trionfo del Progressive Party5.
Nel 1953, allo scopo di incentivare uno sviluppo politico autonomo della colonia, il Governo britannico affidò a Sir George Rendel il compito di presiedere una commissione che si occupasse della creazione di una costituzione. Entrò cosí in vigore, nel 1954, la Rendel Constitution, un vero e proprio baluardo dei diritti politici e civili di Singapore6.
Il percorso di autonomia verso cui il Governo britannico stava conducendo la colonia di Singapore era appena iniziato. Fu stabilita un’assemblea legislativa unicamerale composta da ben 32 membri e si verificò un’intensificazione dell’attività politica che condusse ad un incremento del numero delle forze politiche in gara. Le elezioni del 1955 si conclusero con la netta vittoria di David Marshall, leader del Singapore Labour Front, il quale sconfisse Lee Kuan Yew del People’s action Party (una coalizione filocomunista).
Il Constitutional Agreement e l’adesione di Singapore alla Federazione Malese
Le continue pressioni indipendentiste del nuovo governo indussero Londra ad accettare e riconoscere, tramite il Constitutional Agreement del 1958, il completo autogoverno di Singapore. Nel 1959 l’Assemblea Legislativa incrementò ulteriormente che divennero 51, 43 dei quali furono conquistati dal People’s Action Party di Lee Kuan Yew che divenne primo ministro7.
Singapore era quasi diventata una nazione autonoma, fatta eccezione per le questioni riguardanti la politica estera, la pubblica sicurezza e la difesa, le quali rimanevano ancora una pertinenza dell’ufficio coloniale di Londra.
In questo periodo, gli incontri tra i leader politici di Kuala Lumpur e Singapore si intensificarono notevolmente. Proprio il Primo Ministro della Federazione Malese, Tunku Abduhl Rahman, il 27 maggio del 1961 in un suo celebre discorso in merito alla cooperazione ed alla auspicabile partecipazione politica di Singapore alla Federazione Malese, manifestava il suo assenso nei seguenti termini:
“Malaya today as a nation realize that she cannot stand alone in isolation. Outside of international politics the national one must be broad-based. Sooner or later she should have an understanding with Britain and the peoples of Singapore, Borneo, Bruney and Sarawak. It is premature for me to say now how this closer understanding can be brought about, but it is inevitable that we should look ahead to this objective and think of a plan whereby these territories can be brought closer together in a political and economic cooperation.”(8).
Un primo referendum popolare svoltosi il giorno 1 settembre del 1962, riguardante la questione dell’adesione di Singapore al progetto federale, dimostrò ufficialmente l’ampio consenso popolare alla proposta del leader malese Tunku Abduhl Rahman. L’anno successivo, esattamente in data 16 settembre 1963, Singapore cessò di essere una colonia britannica ed entrò a far parte della Federation of Malaysia9.
Fig. 12
Uno scatto del 1962 immortala l’entusiasmo di Lee Kuan Yew (a sinistra) e di Tunku Abduhl Rahman al ritorno dalle trattative per la costituzione della Federation Malaysia svoltesi a Londra10.
Approfondimenti e Letture Consigliate
1Gordin D. Michael, Five days in August: how World War II became a nuclear war, Princeton University Press, Princeton, New Jersey, 2007, United States of America.
2Foong Choon Hon, Eternal Vigilance: the price of freedom, Asiapac Books Pte Ltd, Singapore, 2006, based on the Chinese book Ju An Si Wei, translated by Yuen Chen Ching, Singapore Chinese Chamber of Commerce & Industry, 1999, Republic of Singapore.
3Kuo C. Y. Eddie, Chen S. J. Peter, Communication Policy and Planning in Singapore, Kegan Paul International, London, 1983, United Kingdom.
4Quah S.T. John, Public Administration Singapore-Style, Research in Public Policy Analysis and Menagment, Volume 19, Emerald Group Publishing Limited, Bingley, 2010, UK, op. cit.
5Nohlen Dieter, Grotz Florian, Hartmann Christof, Elections in Asia and the Pacific, vol. II South East Asia, East Asia and the South Pacific, Oxford University Press, Oxford, 2001, UK.
Vol. 1
Vol 2
7Nohlen Dieter, Grotz Florian, Hartmann Christof, Elections in Asia and the Pacific, vol II South East Asia, East Asia and the South Pacific, Oxford University Press, Oxford, 2001, UK, op. cit.
8Gullick J. M., Malaysia and its neighbours, The World Studies Series, general editor: Henderson James, Routledge & Kegan Paul Limited, London, 1967, Great Britain, p. 28, trad.: «Oggi la Malesia come nazione comprende di non poter rimanere da sola in isolamento. Al di là delle politiche internazionali quella nazionale deve essere di ampie vedute. Presto o tardi dovrebbe avere un’intesa con la Gran Bretagna e le genti di Singapore, Borneo, Brunei, e Sarawak. É per me prematuro dire adesso come questa più vicina intesa possa essere messa in atto, ma è inevitabile che dovremmo guardare avanti verso questo obiettivo e pensare ad un piano tramite il quale questi territori si possano riunire in una cooperazione politica ed economica».
9Nohlen Dieter, Grotz Florian, Hartmann Christof, Elections in Asia and the Pacific, vol II South East Asia, East Asia and the South Pacific, Oxford University Press, Oxford, 2001, op. cit.
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