L’arrivo dei britannici a Penang e l’astuta strategia del libero commercio di Francis Light
Verso la fine del XVIII secolo la Compagnia Inglese delle Indie Orientali, al fine di sopperire alla necessità di una base logistica intermedia per le navi mercantili che seguivano le rotte indo-cinesi, iniziò ad instaurare i primi rapporti diplomatici con le autorità malesi e grazie all’astuzia del funzionario Francis Light, ex cadetto della marina militare britannica, nel 1786, riuscì ad ottenere da Abdullah1, a quel tempo Sultano del Kedah, la concessione per l’installazione del tanto desiderato avamposto commerciale nella quasi disabitata isola di Penang sullo stretto di Melaka2.
Contrariamente alla politica coloniale monopolistica perseguita durante i secoli precedenti dai portoghesi prima e dagli olandesi in seguito, Francis Light adottò la strategia del libero commercio, la quale permise all’isola in questione di passare, nell’arco di due decenni, dai 1.800 ai 10.000 abitanti crescendo in prosperità e divenendo così la meta più ambita dei mercanti del periodo.
Gli immigrati cinesi, le fratellanze segrete ed il capillare controllo delle rotte commerciali
Durante il periodo della dominazione britannica gli immigrati cinesi giunti a Penang iniziarono ad organizzarsi sviluppando degli organi di autogoverno segreto come il Kong Hok Palace.
Si trattava di una sorta di tempio avente la duplice funzione di aula consiliare della comunità e, nello stesso tempo, di tribunale facente capo ad una segreta fratellanza giurata. L’influenza esercitata da queste fratellanze, sia sul controllo dei commerci marittimi sia sull’economia in genere, si ripercuoteva negativamente sull’esercizio del potere da parte degli amministratori britannici, infettando il sistema non solo a Penang, ma anche in tutte le altre colonie del Sud-est asiatico (incluso il futuro avamposto commerciale di Singapore). Nonostante l’incessante pressione della popolazione, che continuava a giudicare le pratiche religiose cinesi immorali e pericolose per l’ordine pubblico, le autorità britanniche si accorsero in ritardo che, in realtà, dietro quegli innocui organismi si celava una intransigente e spietata struttura autoritaria che perseguiva lo scopo di far sorgere una sorta di impero parallelo dentro l’impero3.
Mentre in patria si andava consolidando il desiderio di espandere il controllo britannico su tutta la penisola malese, nel 1785 i Paesi Bassi venivano invasi dall’esercito di Napoleone. Le autorità coloniali Britanniche in Malesia, per evitare che i possedimenti coloniali olandesi cadessero in mano alle forze francesi, si impossessarono dell’isola di Java e della città portuale di Melaka, la quale venne restituita agli olandesi soltanto dopo la capitolazione di Napoleone nel 1818 e non prima che le mura dell’imponente fortezza A Famosa venissero distrutte.
Sir Thomas Stamford Raffles e la sua ostilità verso gli eterni rivali olandesi
La restituzione delle colonie olandesi da parte delle forze britanniche non fu una pratica molto gradita dall’allora luogotenente governatore britannico dell’isola di Java Sir Thomas Stamford Raffles. Il lungimirante governatore infatti, avendo avuto modo di valutare le opportunità commerciali che a quel tempo era in grado di offrire la penisola malese meridionale, al fine di mantenere il possesso di quei territori, non smise mai di esercitare una forte pressione presso i vertici della Compagnia, facendo leva soprattutto sulla rilevanza strategica di quelle località in merito al controllo ed alla supervisione delle navi mercantili in transito sullo stretto di Melaka4.
Proprio attorno alla figura di Sir Thomas Stamford Raffles ruoteranno di fatto gli eventi chiave che innescheranno uno straordinario processo di trasformazione dell’isolotto di Singapore, il quale ben presto cesserà di essere un piccolissimo ed insignificante villaggio di pescatori per trasformarsi in quello che nei secoli successivi diventerà il principale porto commerciale dell’intero Sud-est asiatico.
La carriera di Raffles nella Compagnia
Sir Thomas Stamford Raffles iniziò a lavorare per la Compagnia Inglese delle Indie Orientali all’età di quattordici anni presso la sede di Londra. Dieci anni più tardi fu inviato a Penang dove ebbe modo di apprendere la lingua locale per poi arrivare, nel 1811, ad assumere il diretto governo dell’intera isola di Java5.
Nel 1817, dopo aver pubblicato a Londra la sua celebre opera History of java, Raffles ottenne l’investitura di cavaliere ed, in riconoscenza alle notevoli doti diplomatiche dimostrate, venne trasferito a Bencoolen, una esotica località portuale controllata dai britannici dedita al commercio del pepe e situata sulla costa occidentale dell’odierna isola di Sumatra. Proprio in quel periodo l’imponente Isola di Sumatra era interamente controllata dagli olandesi (6).
Nel 1818 Sir Thomas Stamford Raffles riuscì ad ottenere dal governatore generale dell’India, Lord Hasting, una tacita approvazione che gli permise di mettere in atto, sempre attenendosi all’ordine di evitare qualsiasi diatriba con gli olandesi, la sua spedizione esplorativa avente come scopo principale il rastrellamento delle coste dello stretto di Melaka alla ricerca di nuovi territori alternativi a Penang adatti ad ospitare, in un futuro non molto lontano, la nascita del nuovo avamposto commerciale di punta della Compagnia Inglese delle indie Orientali7. Dietro questa complessa manovra si celavano le autentiche mire espansionistiche britanniche; inizialmente i vertici della Compagnia Inglese delle Indie Orientali volevano penetrare all’interno delle aree di influenza olandese con l’unico scopo di arrivare, in una fase successiva, mediante la creazione del porto franco di Singapore, a sferrare il colpo di grazia proprio nel cuore dei traffici commerciali di pertinenza dell’odiatissima Compagnia Olandese delle Indie Orientali determinandone inesorabilmente il processo di capitolazione.
Sir Thomas Stamford Raffles e la sua folle spedizione alla scoperta di Singapore
Partendo dall’avamposto coloniale di Penang, il luogotenente britannico si addentrò nello stretto di Melaka ed in seguito raggiunse le coste di Singapore. Lo sbarco avvenne il 29 gennaio del 1819 nell’odierna North Boat Quay, molo storico dell’isola situato sull’argine meridionale del fiume Singapore8; tuttavia nell’opera Memoir of the Life and Public Services of Sir Thomas Stamford Raffles (1835), redatta da Lady Sophia Raffles (seconda moglie del luogotenente), si narra che Sir Stamford Raffles sia approdato sull’isola di Singapore nei dieci giorni successivi alla partenza da Penang, esattamente il 29 febbraio del 1819, data in cui egli stesso immediatamente dopo aver calcato il suolo di Singapore issò sull’isolotto la bandiera britannica9.
Al fine di acquisire un’organica comprensione delle motivazioni che hanno indotto Sir Stamford Raffles verso la scelta dell’isola di Singapore come unica località strategica chiave in grado di ospitare il nuovo avamposto commerciale britannico, non possiamo dispensarci dal porre la nostra attenzione su alcuni passi relativi a certe epistole scritte dal luogotenente avventuriero di proprio pugno e riportate nell’opera sopra citata dalla moglie Lady Sophia Raffles.
La lettera di Raffles al cartografo Marsden
In una lettera datata il 31 giugno del 1819 ed indirizzata al cartografo e storico Mr. Marsden, nonché autore di The History of Sumatra, Sir Stamford Raffles da Singapore, nel motivare la sua scelta, così scriveva:
“Singapore is every thing we could desire, it will soon rise into importance; and with this single station I would undertake to counteract all the plans of Mynheer10; it breaks the spell; and they are no longer the exclusive sovreigns of the Eastern Seas. […] This place possesses an excellent harbour, and every thing that can be desired for a British port in the island of St. John’s, which forms the south western point of the harbour. We have commanded an intercourse with all the ships passing through the Straits of Singapore. We are within a week’s sail of China, close to Siam and in the very seat of the Malayan Empire. This, therefore, will probably be my last attempt. If I am deserted now, I must fain return to Bencoolen, and become philosopher.” (11).
La situazione di Singapore al momento dello sbarco di Raffles
Al momento dello sbarco l’isola di Singapore si presentava, agli occhi di Sir Stamford Raffles e del suo seguito, come un tormentato teatro sul quale prendeva vita un’accanita disputa familiare scaturita per la successione al trono dello Johor, in seguito alla morte del sultano Mahmud Shah III, aspramente contesa da Tengku Abdul Rahman, figlio minore del sultano, il quale esercitava il controllo del territorio sotto le influenze dei Bugis e degli olandesi e Tengku Hussein, figlio maggiore del sultano, posto in esilio temporaneo a Riau.
Nello stesso tempo su parte dell’isola di Singapore si poteva osservare un piccolo insediamento malese facente capo al temenggong12. Questi era una sorta di governatore reggente rimasto fedele a Tengku Hussein con il quale Sir Stamford Raffles, il 30 gennaio del 1819, firmò un accordo preliminare che gli permise di istallare sull’isola di Singapore il primo avamposto coloniale britannico13.
Approfittando della frammentaria situazione politica in cui versava l’isola di Singapore in quel periodo ed avvalendosi del supporto militare del temenggong, Sir Stamford Raffles colse l’occasione per organizzare il ritorno dell’esiliato Tengku Hussain sull’isola e riconoscerlo in seguito come unico sovrano legittimo14.
Raffles e il primo trattato con il nuovo Sultano dello Johor Tengku Hussein
Il 6 febbraio del 1819 Tengku Hussein venne collocato sul trono di Singapore in qualità di Sultano dello Johor e nello stesso giorno Sir Stamford Raffles firmò con esso un trattato preliminare.
In virtù di tale trattato, ai britannici veniva concesso il permesso di poter istallare le loro stazioni commerciali sull’isola, dietro il pagamento di un tributo annuo il cui ammontare consisteva in 5.000 dollari spagnoli al sultano e 3.000 dollari spagnoli al reggente temenggong15.
Il ritorno di Raffles a Bencoolen e la reggenza del maggiore William Farquhar
Il giorno seguente Sir Stamford Raffles salpò alla volta di Bencoolen lasciando la reggenza di Singapore al maggiore William Farquhar. Quest’ultimo venne così insignito delle nomine di First President e Commandant dell’avamposto.
Almeno in teoria, l’esercizio del potere da parte del maggiore William Farquhar sarebbe dovuto rimanere subordinato alle direttive del governatore generale dell’India, il quale aveva sede a Calcutta, e di Sir Stamford Raffles, a quel tempo governatore di Bencoolen. All’atto pratico, il grado d’intervento degli organi superiori sulle questioni amministrative di Singapore rimaneva molto limitato, soprattutto a causa della ragguardevole distanza che separava il nuovo avamposto sia da Calcutta sia da Bencoolen.
Sir Thomas Stamford Bingley Raffles (1781-1826), studioso di zoologia, governatore di Java, nonché padre fondatore della moderna città-stato di Singapore, in un ritratto del 181716.
Il maggiore Farquhar ne approfittò così per esercitare il potere conferitogli in maniera del tutto autonoma, ponendo sotto il suo totale controllo sia il potere civile sia quello militare, in modo tale da gestire direttamente la difesa dell’avamposto. La nomina di primo residente gli consentiva di esercitare il ruolo di Chief Magistrate (primo giudice della corte di giustizia), ponendolo nella posizione ideale per poter esercitare il potere giudiziario e regolare al contempo le questioni civili dell’isola17.
Nel 1823, profondamente deluso dall’operato del colonnello Farquhar, Sir Stamford Raffles decise di togliere a quest’ultimo il grado di colonnello e destituirlo dalla carica di First Resident, affidando la reggenza dell’avamposto al Dr. John Crawford, il quale fu detentore del mandato fino al 182618.
Major-General William Farquhar (1770-1839), First Resident e Commandant dell’avamposto di Singapore dal 1819 al 182319.
L’ardita impresa della conquista di Singapore da parte di Sir Stamford Raffles aveva suscitato non poche tensioni diplomatiche tra i governi dell’Olanda e del Regno Unito. Il Trattato di Londra, stipulato tra le due potenze coloniali il 17 marzo 1824, risolse diplomaticamente la controversia e vennero così delineate le rispettive sfere d’influenza; l’intera isola di Singapore e la colonia olandese di Melaka passavano definitivamente ed ufficialmente sotto il controllo della Corona britannica mentre l’Olanda otteneva il ritiro dei britannici dall’avamposto di Bencoolen (Sumatra meridionale) ed il riconoscimento dell’isola di Belitung (costa orientale di Sumatra)20.
Il Trattato dello Johor, gli Straits Settlements e gli anni del “boom economico”
Al fine di ottenere il riconoscimento ufficiale del possesso dell’isola di Singapore, anche da parte dell’aristocrazia locale rappresentata dal sultano e dal Temenggong, l’allora reggente britannico Crawford21, il 2 agosto dello stesso anno, stipulò con questi ultimi il Trattato dello Johor. All’articolo II le parti concordavano che:
“Their Highnesses the Sultan Hussain Mohamed Shah and Datu Temenggong Abdul Rahman Sri Maharajah hereby cede in full sovereignty and property to the Honourable the English East India Company, their heirs and successors forever, the island of Singapore, situated on the Straits of Malacca, together with the adjacent seas, straits and islets to the extent of ten geographical miles from the coast of the said main island of Singapore.” (22).
Nel 1826 le amministrazioni di Singapore, Melaka e Penang vennero poste sotto il controllo di una federazione amministrativa denominata Straits Settlements (colonie dello stretto), posta sotto la presidenza del primo governatore Robert Fullerton23 ed avente sede a Penang. Durante questo lasso di tempo le tre località portuali vennero attraversate da un impetuoso processo di sviluppo economico e commerciale in concomitanza del quale si registrò un notevole incremento demografico dovuto soprattutto alle ingenti immigrazioni. Si stima che il numero degli immigrati cinesi nella sola isola di Siangapore sia passato dalle 10.000 persone del 1824 ai 18.000 individui del 1832. Proprio in quell’anno Singapore rimpiazzava Penang diventando capitale indiscussa degli Straits Settlements24.
In seguito allo scioglimento della Compagnia Inglese delle Indie Orientali, avvenuto nel 1867, gli Straits Settlements passarono sotto la giurisdizione dell’Ufficio Coloniale di Londra25.
Fig. 1 Fig. 2
La figura 1 mostra l’immagine del Major-General Sir. Herry St. George Ord (1819-1885) durante il periodo della sua carica di First Governor of the Straits Settlements (1867-1873) a Singapore in una fotografia dell’epoca scattata dal fotografo Gustave Richard Lambert26. Nella figura 2 è rappresentato Sir Robert Fullerton (1773-1831), Governor and Treasurer of the Presidency of the Straits Settlements of Penang, Singapore and Melaka (1826-1890) nel corso del suo mandato a Penang27.
L’amministrazione di Singapore e delle altre colonie dello stretto venne affidata al Major-General (generale di divisione) Sir Harry St. George Ord, inviato a Singapore in qualità di First Governor of the Straits Settlements (primo governatore delle colonie dello stretto)28. Sotto la diretta amministrazione della Corona britannica, la colonia di Singapore venne travolta da un improvviso ed incalzante processo di sviluppo economico e commerciale innescatosi in seguito all’apertura del canale di Suez nel 186929. Se fino alla prima metà degli anni 40 del XIX secolo il cuore dei traffici commerciali marittimi della colonia rimaneva Collyer Quay (molo storico della colonia nei pressi del fiume Singapore), nel 1879, al fine di far fronte alle necessità logistiche delle varie compagnie commerciali presenti sul territorio, venne ultimata la costruzione del porto New Harbour (odierno Keppel Harbour). Quest’ultimo, in quanto situato sulla costa meridionale dell’isolotto e provvisto da tre banchine d’ormeggio in alto mare, era ideale per l’ancoraggio delle navi mercantili ad elevato tonnellaggio provenienti dall’Europa, le quali giungevano frequentemente a Singapore per rifornirsi di stagno, spezie e caucciù30.
Approfondimenti e letture consigliate
2Bindloss Joe, Brash Celeste, Kuala Lumpur, Melaka & Penang, Lonely Planet Country & Regional Guides, Lonely Planet Publications Pty Ltd, Victoria, 2008, Australia.
3De Bernardi Elizabeth Jean, Penang: rites of belonging in a Malaysian Chinese community, NUS Press, National University of Singapore, Singapore, 2009, Republic of Singapore.
4Bindloss Joe, Brash Celeste, Kuala Lumpur, Melaka & Penang, Lonely Planet Publications Pty Ltd, 2008, op. cit.
5Dana Léo Paul, Entrepreneurship in Pacific Asia: Past, Present & Future, World Scientific Publishing Co. Pte. Ltd., Singapore, 1999, Republic of Singapore.
6Hack A. Karl in Sonnenburg M. Penny, Page Eugene Melvin, Colonialism: an international, social, cultural, and political encyclopedia, Melvin E. Page Editor, ABC-CLIO, 2003, Santa Barbara, California, United States of America.
8Swee-Hock Saw, The Population of Singapore, second edition, Institute of Southeast Asian Studies, Singapore, first edition 1999, second edition 2007, Republic of Singapore.
9Lady Sophia (Hull) Raffles, Memories of the Life and Public Services of Sir Thomas Stamford Raffles, Particularly in the Government of Java, 1811-1816, Bencoolen and its Dependencies, 1817-1824; with Details of the Commerce and Resourses of the Eastern Archipelago and Selections from his Correspondence, vol. II, Library of Princeton University, printed by William Cloves and sons, London, 1835, United Kingdom, p. 11.
10http://dictionary.reference.com/browse/Mynheer. Mynheer: dall’olandese mijnheer (mio signore) la cui etimologia deriva dall’unione di mijn (mio) e di heer (signore). Può indicare anche informalmente un comune uomo adulto di nazionalità olandese.
11Lady Sophia (Hull) Raffles, Memories of the Life and Public Services of Sir Thomas Stamford Raffles, Particularly in the Government of Java, 1811-1816, Bencoolen and its Dependencies, 1817-1824; with Details of the Commerce and Resourses of the Eastern Archipelago and Selections from his Correspondence, vol. II, Library of Princeton University, printed by William Cloves and sons, London, 1835, United Kingdom, op. cit., p. 13, trad.: «Singapore è tutto ciò che potremmo desiderare, crescerà presto in importanza; e con questa unica base io mi impegnerei a contrastare tutti i piani del mynheer; Singapore rompe l’incantesimo, ed essi non saranno più gli unici sovrani dei mari dell’est. […] Questo luogo possiede un eccellente rifugio, e tutto ciò che si possa desiderare per un porto britannico nell’isola di St. John, la quale costituisce l’estremità sud-occidentale del rifugio. Abbiamo stabilito un contatto con tutte le navi passanti per lo stretto di Singapore. Siamo ad una settimana di vela dalla Cina, vicini al Siam e nel cuore dell’impero Malayan. Questo, quindi, sarà il mio ultimo tentativo. Se non verrò preso in considerazione, farò volentieri ritorno a Bencoolen e diventerò un filosofo.».
12Parker M. Philip, Monarchs: Webster’s Quotations, Facts and Phrases, ICON Group Internatonal, San Diego, California, 2008, United States of America. Il termine temenggung o temenggong indica un antico titolo nobiliare malese che veniva di solito conferito al comandante della pubblica sicurezza. Il temenggong era oltretutto responsabile della sicurezza del monarca e dell’esercito.
13Tan Y. L. Kevin, The Singapore Legal System, second edition, Singapore University Press, NUS Publishing, Singapore, first edition 1989, second edition 1999, reprint 2003, Republic of Singapore.
15Leasor James, Singapore the Battle that Changed the World: the enthralling story of the rise and fall of a magical city, House of Stratus, Status Books Ltd., 2001, Kelly Bray, Cornwall, United Kingdom.
16http://www.npg.org.uk/collections/search/portrait/mw05193/Sir-Thomas-Stamford-Bingley-Raffles, dipinto in olio su tela realizzato dal pittore irlandese George Francis Joseph (1764-1846) in occasione del ritorno di Sir. Stamford Raffles in Inghilterra nel 1817. La raffigurazione proprietà di W. C. Raffles Flint, nipote del governatore, venne da quest’ultimo donata alla National Protrait Gallery di Londra nel 1859.
17Cheong Mun Yong, Rao V. V. Bhanoji, Singapore-India Relations: a primer, Singapore University Press Ltd., Kent Ridge Crescent, Singapore, 1995, Republic of Singapore.
18Bowman Stewart John, Columbia chronologies of Asian history and culture, Columbia University Press, Chichester, West Sussex, New York, 2000, United States of America.
20Leng Yong Lee, Southeast Asia: essays in political geography, Singapore University Press, Kent Ridge, Singapore, 1982, Republic of Singapore.
21Trocky A. Carl, Singapore: wealth, power and the culture of control, Routledge, Taylor & Francis Group, Abingdon, 2006, United Kingdom.
22Johnston M. Douglas, Valencia J. Mark, Pacific Ocean boundary problems: status and solutions, Publications on Ocean Development, Martinus Nijhoff Publishers, Dordrecht, 1991, The Netherlands, p. 156, trad.: «Le loro altezze il sultano Hussain Mohamed Shah e Datu Temenggong Abdul Rahman Sri Maharajah con il presente cedono in piena sovranità e proprietà all’onorevole Compagnia Inglese delle Indie Orientali, i loro eredi e successori permanentemente, l’isola di Singapore, situata sullo stretto di Melacca, assieme ai mari adiacenti, stretti ed isolotti fino all’estensione di dieci miglia geografici dalla costa della detta principale isola di Singapore.».
23Lam Peng Er, Tan Y. L. Kevin, Managing political change in Singapore: the elected presidency, Routledge, London, 1997, United Kingdom.
24Andaya Watson Barbara, Andaya Y. Leonard, A History of Malaysia, Macmillan Asian Histories Series, Macmillan Press Ltd, Basingstoke, Hampshire and London, 1982, United Kingdom.
25Suryadinata Leo, Nationalism and globalization: East and West, Institute of Southeast Asian Studies, Singapore, 2000, Republic of Singapore.
28Bowman Stewart John, Columbia chronologies of Asian history and culture, Columbia University Press, New York, 2000, op. cit.
29Genzberger Christine, Singapore business: the portable encyclopedia for doing business with Singapore, World Trade Press, San Rafael, California, 1994, United States of America.
30Goh Chuan Kim, Cleary Mark, Environment and development in the Straits of Malacca, Routledge Studies in Development and Society, Taylor & Francis Group, London, 2005, United Kingdom.
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