Tra le varie realtà linguistiche che nel tempo hanno contribuito all’arricchimento del lessico dell’inglese colloquiale di Singapore, trovano posto anche il giapponese, il cui insegnamento è stato fortemente supportato durante il triennio dell’occupazione nipponica dell’ex colonia, e la lingua giavanese, molto probabilmente per via della collocazione geografica in cui si trova l’isola di Giava.
Parole di origine giapponese nel Singlish
Risultano essere dei validi esempi di prestiti lessicali di origine giapponese parole come:
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Anoneh (un’espressione giapponese assimilabile all’avverbio di modo inglese well [bene] o, in determinate circostanze, alla comune espressione inglese “If that’s the case…” [Se è il caso…] la quale però, nell’inglese colloquiale di Singapore, viene usata in modo generico per indicare le ragazze giapponesi) e
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Bakero (un’alterazione dell’espressione giapponese baka yarou che, in senso non strettamente letterale, potrebbe essere resa con l’espressione “stupid neanderthal” [stupido neanderthal] la quale, a sua volta, è spesso erroneamente ritenuta un’alternativa al comune insulto inglese bastard [bastardo])1.
Prestiti lessicali derivanti dal giavanese
Sembrerebbero invece provenire dalla lingua giavanese i vocaboli:
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bedek (derivato dall’espressione giavanese bedèk-bedèkan, in lingua inglese ask riddles [chiedere, fare indovinelli], dove il termine bedèk considerato isolatamente significa proprio indovinello il quale però, nell’inglese colloquiale di Singapore, assume il significato di “bleffare” o “fingere”) e
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gado gado (una tipica insalata indonesiana a base di tofu, germogli di fagiolo ed altri vegetali, condita con salsa di arachidi)2.
I prestiti indiretti dall’arabo e dall’indonesiano nell’inglese di Singapore
Nel concludere questa rassegna di prestiti linguistici, vera e propria linfa vitale del lessico dell’inglese colloquiale di Singapore, non ci si può esimere dal segnalare la presenza di ulteriori termini provenienti, anche indirettamente, dalla lingua araba e dall’indonesiano quali:
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alamak (espressione malese di costernazione e sbigottimento probabilmente importata dall’arabo Allah Ma’ak [Dio sia con te] o Allah maaf Kar [Dio ti perdoni], la quale è riscontrabile in alcune orinarie esclamazioni come ad esempio: «Alamak! Why you go and do this sort of stupid thing?» [«Santo cielo! Perché ti ostini a fare questo genere di cose stupide?»]);
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serani (termine malese con il quale vengono spesso indicati in modo denigratorio gli eurasiani, probabilmente derivato dall’arabo nasrani, può assumere sia il significato di “nazzareno” sia quello di “cristiano”)3;
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gorblock (probabilmente derivato dall’indonesiano geblek [stupido] o dal giavanese gebleg [stupido, ignorante], risulterebbe essere un termine ormai caduto in disuso) e
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Soto Ayam (un piatto tipico della tradizione culinaria indonesiana, ampiamente conosciuto ed apprezzato anche a Singapore, la cui nomenclatura deriva palesemente da una traduzione letterale dell’originale nome indonesiano Soto Ajam che vuol dire “zuppa di pollo” dove il termine soto indica in senso generico le zuppe o gli stufati a base di carne ed ajam significa “pollo”). Si noti come tale dicitura sia probabilmente il frutto di un’ibridazione lessicale (indonesiano + malese) in quanto il termine malese ayam (pollo), nel Singlish, va a sostituire l’indonesiano ajam4.
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