Inclusione scolastica e integrazione scolastica sono due concetti fondamentali per comprendere il sistema scolastico attuale. Come siamo arrivati al riconoscimento e all’inclusione degli alunni con BES e DSA? Scopriamolo insieme in questo viaggio storico-giuridico tra Leggi, Linee Guida e Riforme del MIUR!

Dr. Biagio Faraci – info@ikarosconsulting.com – 3894756032
inclusione scolastica e integrazione scolastica: quali sono state le Leggi e le Riforme MIUR che hanno portato al riconoscimento e all'inclusione degli alunni con BES e DSA?


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Dalla Dichiarazione Dei Diritti Dell’Uomo e Del Cittadino alle Scuole Speciali

Prima del 1789, anno di pubblicazione della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, che nel corso della Rivoluzione Francese sancì il diritto di ciascun individuo ad essere considerato uguale agli altri a prescindere dal ceto sociale di appartenenza, dalla etnia di provenienza, dal sesso e dalle proprie condizioni psicofisiche, alle persone disabili non veniva riconosciuto alcun diritto, tantomeno quello di ricevere un’istruzione adeguata.

Nel XIX secolo si assiste invece alla nascita delle prime “scuole speciali” per disabili ad opera di enti assistenziali ed organizzazioni religiose.

La Riforma di Giovanni Gentile del 1923 e L’Obbligo Scolastico

L’obbligo scolastico e l’inserimento nella scuola pubblica per ciechi e sordomuti arriva invece nel 1923, grazie la riforma di Giovanni Gentile, pedagogista e Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia.

Tuttavia, fino alla fine degli anni Settanta, in Italia continua a permanere l’esistenza di scuole speciali, a cui vengono destinati gli alunni considerati irrecuperabili, e classi speciali, riservate invece agli individui recuperabili e reinseribili nella scuola di tutti.

Durante questa fase, è ancora evidente una marginalizzazione dell’individuo portatore di handicap, che lo tiene escluso ed isolato dagli altri individui considerati normali.

La Legge 118 del 1971 e L’Inserimento degli Alunni Disabili Nelle Classi Normali

Per arrivare al superamento del modello delle scuole speciali per disabili, anche se non inteso nella sua totalità, bisogna attendere il 1971, anno di pubblicazione della Legge 118, che all’Articolo 23 prevede la possibilità di inserimento degli alunni con disabilità all’interno delle classi normali della scuola pubblica, su iniziativa dei genitori1.

Per passare dalla fase dell’inserimento scolastico, che garantisce all’alunno disabile soltanto l’accesso fisico agli edifici scolastici tramite l’abbattimento delle barriere architettoniche, il trasporto e l’assistenza personale in situazioni di disabilità grave, alla fase dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, dove gli alunni con deficit diventano protagonisti della propria crescita in una scuola capace di individuare le loro potenzialità, favorirne lo sviluppo culturale, sociale e civile, contrapponendosi ad ogni tipo di isolamento ed emarginazione, è fondamentale far riferimento al Documento Fallucci del 1975, che chiede alla scuola di riprogrammare totalmente il proprio “modo di essere scuola”.

Nasce così una scuola totalmente rinnovata, dove non esistono più alunni non educabili e non integrabili all’interno delle classi.

Dall’Abolizione delle Classi Differenziali all’Istituzione dell’Insegnante di Sostegno

Con la Legge 517 del 1977, si passa da un modello di scuola identica per tutti ad una scuola diversa per ciascuno: si rende possibile l’abolizione delle classi differenziali per gli alunni svantaggiati, si sancisce il diritto di frequenza scolastica per tutti i portatori di handicap nelle scuole elementari e medie inferiori2 e si iniziano a stabilire i presupposti, le finalità, le condizioni e gli strumenti necessari per l’integrazione scolastica degli alunni disabili, fino ad arrivare all’istituzione del ruolo dell’insegnante di sostegno con la Legge 270 del 1982.

Cinque anni più tardi, con la Sentenza della Corte Costituzionale n. 215 del 1987, viene sancito il pieno ed incondizionato diritto di tutti gli alunni disabili, a prescindere dal grado della menomazione fisica o psichica, di poter frequentare le lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado dell’intero sistema scolastico italiano3.

L’Impatto della Legge 104 del 1992 nel Sistema Scolastico Italiano

Con l’entrata in vigore della Legge 104 del 1992, la “Legge Quadro per l’assistenza, per l’integrazine sociale e i diritti delle persone handicappate”, arriva il punto di riferimento normativo per l’integrazione scolastica e sociale di tutti i cittadini portatori di handicap, che e nell’ambito scolastico condurrà verso l’individuazione delle figure professionali responsabili e degli strumenti per l’attuazione dell’integrazione scolastica, tra cui:

  • La Diagnosi Funzionale, che, all“Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap” del D.P.R. 24 febbraio 1994, viene definita come “Descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell’alunno in situazione di handicap, al momento in cui accede alla struttura sanitaria per conseguire gli interventi previsti dagli artt. 12 e 13 della legge n. 104/92”. 4;
  • Il Profilo Dinamico Funzionale, documento successivo alla diagnosi funzionale all’interno del quale vengono descritti in modo analitico i diversi livelli di risposta che l’alunno disabile fornisce, tenendo conto dello sviluppo potenziale e delle difficoltà individuale, redatto dagli operatori dei servizi ASL in sinergia con i docenti curriculari e di sostegno ed il supporto della famiglia dell’alunno5:
  • Il Piano Educativo Individualizzato, che “descrive la programmazione educativa e didattica, gli obiettivi attesi, i metodi e i criteri di valutazione pensati per garantire allo studente con disabilità il diritto all’educazione e all’istruzione favorendone l’inclusione, l’autonomia, il miglioramento delle abilità sociali e lo sviluppo degli apprendimenti. Nel Piano devono dunque essere esplicitati tutti gli interventi volti a una presa in carico globale dell’alunno con disabilità, in modo condiviso da tutti i docenti (insegnante di sostegno e docenti curricolari), dal Servizio sanitario nazionale, dalle istituzioni del territorio e dalla famiglia dell’alunno. In particolare, deve contenere: finalità e obiettivi didattici, educativi e di socializzazione; obiettivi di apprendimento nelle diverse aree in correlazione con quelli previsti per l’intera classe; programmazione di attività specifiche; metodi e materiali didattici di supporto (orari, tecnologie, ecc.); criteri e metodi di valutazione, intesa come valutazione dei processi e non solo della performance; integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche6.

Dalla Dichiarazione di Salamanca Alla Legge Bassanini del 1997

Con la Dichiarazione di Salamanca del 1994, considerata una pietra miliare della scuola dell’inclusione, tutti i bambini hanno diritto a ricevere un’educazione nel pieno rispetto delle diversità personali, culturali, socio ambientali ed etniche di cui ciascuno è portatore.

Contestualmente alla Legge Bassanini 59 del 1997, emerge il concetto di autonomia scolastica che riguarda sia l’aspetto organizzativo e didattico sia quello finanziario degli istituti scolastici, disciplinata successivamente nel Decreto del Presidente della Repubblica 275/99, che prevede la:

“garanzia di pluralismo culturale che si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti”7.

DPR 275/1999

Le Linee Guida del MIUR del 2009 ed il Riconoscimento degli Alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)

Grazie alle Linee Guida del 4 Agosto 2009 e del 12 Luglio 2011 il M.I.U.R compie un ulteriore passo avanti verso l’inclusione scolastica, fornendo le indicazioni organizzative per rispondere alle esigenze di inclusione di tutti quegli alunni che non possono essere certificati come DSA o come disabili, le cui difficoltà di apprendimento sono dovute ad uno svantaggio di natura personale, familiare e socio-ambientale9.

La Legge 170 del 2010 e il Riconoscimento degli Alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

Per arrivare al riconoscimento degli alunni con disturbi specifici di apprendimento, come la disgrafia, la disortografia, la discalculia e la dislessia, identificati con la sigla D.S.A., bisogna attendere la Legge 170 del 2010, che prevede l’introduzione di Piani Didattici Personalizzati e attività didattiche individualizzate con forme di verifica e valutazione personalizzate, nonchè strumenti compensativi e misure dispensative8.

Un vero e proprio punto di svolta che porterà al superamento del concetto dualistico tra alunni con disabilità ed alunni senza disabilità, per approdare ad una logica educativa incentrata sulla persona, vista come soggetto portatore di una situazione di svantaggio che non deriva più dalle proprie condizione psicofisiche, ma è principalmente causata dal contesto circostante in cui l’alunno vive, agisce e si relaziona, arriva con la Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 dal titolo Strumenti di Intervento per Alunni con Bisogni Educativi Speciali e Organizzazione Territoriale per l’Inclusione Scolastica. Proprio in questa direttiva si specifica che, poiché i bisogni educativi speciali possono derivare non solo da cause fisiche, biologiche o fisiologiche, ma anche da da cause di natura psicologica e sociale, le scuole sono tenute a fornire delle risposte adeguate e personalizzate per ogni caso specifico10.

La Legge 107 del 2015 e La Redifinizione dell’Insegnante di Sostegno

Un ulteriore potenziamento in materia di inclusione scolastica e diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali arriva con la Legge 107 del 2015, che, al comma 81 della lettera C, si pone come obiettivo il potenziamento e la promozione dell’inclusione scolastica attraverso la redifinizione dellla fiigura del personale docente di sostegno e la redifinizione dei criteri di immissione in ruolo con lo scopo di garantire la continuità didattica, la definizione di livelli essenziali per le prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali, la revisione delle procedure e dei criteri per le certificazioni degli alunni disabili e DSA, l’obbligo di formazione iniziale ed in servizio per tutto il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario, dirigenti scolastici compresi, in merito agli aspetti pedagogico-didattici e organizzativi in materia di inclusione scolastica, nonché la garanzia di istruzione domiciliare per tutti gli alunni che si trovano in gravi condizioni di svantaggio ai sensi dell’articolo 12, comma 9 della Legge 104/199211.

Qual è La Differenza Tra Integrazione Scolastica e Inclusione Scolastica?

Se attraverso l’integrazione scolastica si cerca di far sentire gli alunni disabili simili agli altri, in un contesto che mantiene inalterata la propria struttura, tramite l’inclusione scolastica, che può essere considerata come un’estensione del concetto di integrazione scolastica, tutti gli alunni, e non solo quelli svantaggiati, diventano consapevoli del valore della propria diversità, sentendosi apprezzati e contribuendo attivamente all’arricchimento dell’intera comunità di apprendimento in un ambiente che non solo li accetta, ma si trasforma per rispondere alle esigenze di tutti.

Approfondimenti e Letture Consigliate

1https://www.professionistiscuola.it/sostegno/2147-inclusione-integrazione-inserimento-breve-guida-commentata.html

2http://www.integrazionescolastica.it/subcat/96

3Ghiotto Nadia, Il Quadro Normativo per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità, Per una Scuola Inclusiva: Corso di Formazione Informazione per Insegnanti non Specializzati, Varese, 2012.

4http://www.handylex.org/stato/d240294.shtml

5http://www.angsalazio.org/faqs/cosa-e-un-profilo-dinamico-funzionale-pdf/

6http://www.rizzolieducation.it/guide-e-approfondimenti/piano-educativo-individualizzato-e-piano-didattico-personalizzato/

7Decreto del Presidente della Repubblica, 275, 1999.

8L. 08/10/2010, n. 170, in materia di Nuove Norme in Materia di Disturbi Specifici dell’Apprendimento in Ambito Scolastico.

9http://www.superando.it/2013/01/31/la-direttiva-ministeriale-sui-bisogni-educativi-speciali/

10D.M 27/12/2012, Strumenti di Intervento per Alunni con Bisogni Educativi Speciali e Organizzazione Territoriale per l’Inclusione Scolastica. M.I.U.R, 2012.

11L. 13/07/2015, 107, in materia di Riforma del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione e Delega per il Riordino delle Disposizioni Legislative Vigenti.

12https://www.youreduaction.it/didattica-inclusiva/

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Dr. Biagio Faraci

Direttore del Centro di Formazione, Consulenza e Sviluppo Web IKAROS CONSULTING di Montemaggiore Belsito (PA). Docente di lingua inglese presso: I.I.S. Luigi Failla Tedaldi - Istituto Professionale Agrario di Castelbuono (PALERMO); Docente di lingua tedesca presso: Istituto Comprensivo N. Botta di Cefalù (PALERMO)

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