Nonostante gli ingenti sforzi e la battente campagna per la promozione del corretto uso della lingua inglese nella sua forma standard, posta in essere, a partire dall’aprile del 2000, ad opera dello Speak Good English Moviment (SGEM)1, la popolazione della “Città del Leone” non sembra essere disposta ad abbandonare l’uso del Singlish.
In tal frangente, come fa osservare Eugene Keng Boon Tan, assistente professore di legge alla School of Law della Singapore Management University2, malgrado le più influenti figure governative quali il Senior Minister Lee Kuan Yew ed il Prime Minister Goh Chok Tong abbiano in molteplici occasioni manifestato il proprio disappunto per la diffusione e l’uso smodato del Singlish tra la popolazione locale3, tale realtà linguistica, oltre a confermarsi perno imprescindibile dell’identità culturale singaporiana4, sembra non voler affatto rinunciare a fare il suo ingresso anche in determinati ambiti della produzione culturale.
Dall’ambito vignettistico a quello cinematografico, dalla sfera musicale al contesto della comunicazione pubblicitaria, la tendenza verso l’uso del Singlish è inarrestabile.
Il Singlish nel Cinema di Singapore
Non a torto, Jahn Uhde, docente di studi cinematografici al dipartimento delle belle arti della University of Waterloo (Canada)5, scrive:
“Filmmakers who reflect the way Singaporeans speak in real life have often had to defend the use of Singlish and dialects in their films. In fact, the local vernacular plays an important role in identifying a film as Singaporean.” (6).
In effetti, risultano essere stati tutt’altro che sporadici i casi in cui i dialoghi di alcune tra le più celebri produzioni cinematografiche della Singapore contemporanea sono stati intenzionalmente arricchiti e resi particolarmente autentici dalla presenza di tipiche espressioni Singlish.
Ne sono dei fulgidi esempi la famosissima commedia Chicken Rice War, autentico ritratto della multietnica società singaporiana, diretta dal giovane regista Cheah Chee Kong ed uscita nelle sale cinematografiche nell’anno 2000 e The Noodle Seller di Eric Khoo, un’accattivante commedia del 1995 nella quale il protagonista, un venditore di spaghetti ritardato, si innamora di una prostituta.
Fu proprio quest’ultima pellicola a rilanciare l’industria cinematografica singaporiana ed a segnare l’inizio di una lunga serie di produzioni cinematografiche aventi come sfondo la multietnica società singaporiana7.
L’incidenza del Singlish nella produzione teatrale di Singapore
Anche nel teatro singaporiano contemporaneo le infiltrazioni del caratteristico Inglese Colloquiale di Singapore si rivelano particolarmente tangibili. Ne costituisce una prova evidente il celeberrimo monodramma Rosnah, del drammaturgo singaporiano Haresh Sharma, in cui è possibile assistere ad un impressionante code-switching della protagonista ove figurano il Singapore Standard English, il Singlish e la lingua malese8.
Oltre ad aver pervaso o, a seconda delle diverse scuole di pensiero, “contaminato” le chatroom dei più rinomati social network della rete, l’infiltrazione del Singlish risulta essere ampiamente tangibile anche in diverse vignette umoristiche.
La diffusione del Singlish tra umorismo e vignette
Spulciando i vari forum ed i blog presenti in rete, in particolar modo quelli i cui curatori si dimostrano particolarmente accaniti verso la promozione e la divulgazione dell’Inglese colloquiale di Singapore, non è difficile imbattersi in qualche divertente vignetta o serie di vignette con interi dialoghi in Singlish.
Allo scopo di poter fornire ai lettori delle prove inconfutabili circa la sussistenza di tale infiltrazione, si è ritenuto opportuno riportare qualche vignetta dove è possibile riscontrare una marcata presenza dell’inglese colloquiale di Singapore.
Fig. 12
Fig. 13
Nella vignetta in figura 12, un pittoresco personaggio, esprimendosi in Singlish, suscita la perplessità del suo interlocutore9. Nella serie di vignette in figura 13, un docente si rifiuta addirittura di utilizzare lo Standard English in seguito ad una esplicita richiesta da parte di un allievo che non riesce a comprende il Singlish10.
L’impatto del Singlish nella produzione musicale di Singapore
Già a partire dai primi anni Ottanta, l’indiscutibile vivacità del Singlish iniziava ad affacciarsi sullo scenario della musica pop locale, soprattutto grazie all’inesauribile genialità creativa del cantautore singaporiano Dick Lee, il quale, oltre ad essere stato il precursore per eccellenza del genere cosiddetto Singlish pop,
caratterizzato da un inconfondibile songwriting dal gusto tipicamente singaporiano tanto nelle tematiche quanto sotto l’aspetto linguistico11, si è rivelato altresì un inarrendevole promotore del sentimento pan-asiatico tra la popolazione giovanile di quasi tutta l’Asia12. Nella musica di questo poliedrico artista, le ritmiche dei diversi stili occidentali (rap, pop, disco, techno, lounge music, rock etc.) si fondono perfettamente con le tradizioni, la cultura e l’identità linguistica della “Città del Leone”, come si può immediatamente percepire ascoltando Rasa Sayang, una rivisitazione in chiave “Rap Singlish” di una vecchia canzone popolare malese, contenuta nell’album The Mad Chinaman (1989). Si osservi ad esempio come nel verso: “[…] we work, then makan [eat], watch a film, enjoy the fruits of tourism.” (13), la dicitura makan viene intenzionalmente utilizzata in sostituzione del verbo inglese to eat (mangiare) in modo tale da conferire al brano una maggiore autenticità e naturalezza, rendendolo così di gran lunga più familiare alle orecchie degli ascoltatori.
Perfino il Governo, nella fattispecie il Singapore Health Ministry (Ministero della Salute di Singapore), nel 2003, pur di scongiurare l’inquietante avanzata della SARS, si trovò a rivedere le propie posizioni circa l’uso del Singlish nella comunicazione televisiva. Infatti, al fine di arginare il contagio della malattia e diffondere le misure preventive adottate dal Governo, il Singapore Health Ministry si servì della celebrità di alcuni personaggi televisivi. Tra costoro, in seguito all’uscita del brano SAR-vivor Rap, ebbe un notevole successo il personaggio televisivo Phua Chu Kang, interpretato dal comico Gurmit Sing, il quale, facendo ricorso all’uso di tipiche espressioni Singlish come: «Don’t kak-pui [spit]all over the place!» (14), riuscì straordinariamente a penetrare nelle coscienze sconvolte della popolazione locale.
L’infiltrazione e l’efficacia del Singlish nella localizzazione della comunicazione pubblicitaria
Non sorprende il fatto che, soprattutto nell’articolato mondo della comunicazione pubblicitaria, l’apertura nei confronti del Singlish si sia rivelata una strategia più che mai vincente. Ne costituiscono una inconfutabile dimostrazione numerosi slogan e diverse immagini pubblicitarie della tipologia di quelle sottostanti.
Fig. 14
Fig.15
L’immagine in figura 14 mostra la rivisitazione in chiave Singlish di una campagna di sensibilizzazione sul rispetto e la cura degli animali domestici promossa dall’AVA (Agri-Food & Veterinary Authority of Singapore)15. In figura 15, a lato, la scena di uno spot pubblicitario della prestigiosa catena di fast food statunitense Long John Silver16.
Approfondimenti e letture consigliate
3Tan K. B. Eugene in Guan Hock Lee, Suryadinata Leo, Language, Nation and Development in Southeast Asia, Institute of Southeast Asian Studies, Singapore, 2007, Republic of Singapore.
4Humphreys Nail, Complete notes from Singapore: the omnibus edition, Marshall Cavendish International (Asia) Private Limited, Singapore, 2007, Republic of Singapore.
5http://www.finearts.uwaterloo.ca/janUhde.html
6Uhde Jan in Ciecko Tereska Anne, Contemporary Asian Cinema: popular culture in a global frame, Berg, Oxford International Publishers Ltd., Oxford, United Kingdom, p. 79, trad.: «I registi che riflettono il modo in cui i singaporiani parlano nella vita reale hanno spesso dovuto difendere l’uso del Singlish e dei dialetti nei propri film. Infatti, il vernacolo locale gioca un ruolo importante nell’identificare un film come singaporiano.».
7Kwock Juanita, McKnight Lucinda, Film Asia: new perspective on film for English, The Access Asia, Curriculum Corporation, Carlton South, Victoria, 2002, Australia.
8Patke S. Rayeev, Holden Philip, The Routlege concise history of Southeast Asian writing in English, Routledge, Abingdon, Oxon, 2010, United Kingdom.
10http://singaporetop10.multiclickz.com/top-10-singlish-words-talking-the-singaporean-way/
11Tan Marie in Maybin Janet, Mercer Nail, Using English from conversation to canon, Routledge, The Open University, Abingdon, Oxon, 1996, United Kingdom.
12Mitchell Tony in Iwabuchi Koichi, Muecke Stephen Thomas Mandy, Rougue flows: trans-asian cultural traffic, Hong Kong University Press, Aberdeen, Hong Kong, 2004, (PRC).
13Lee Dick cit. in Velayutham Selvaraj, Responding to Globalizzation: nation, culture and identity in Singapore, ISEAS Publishing, Institute of Southeast Asian Studies, Singapore, 2007, Republic of Singapore, p. 80, trad.: «Noi lavoriamo, poi mangiamo, guardiamo un film, godiamo dei frutti del turismo.».
14Powers H. John, Xiaosui Xiao, Hong Kong Baptist University, The social construction of SARS: studies of a health communication crisis, Volume 30, Discourses Approaches to Politics, Society and Culture, University of Lancaster, John Benjamin Publishing Company, Amsterdam, 2008, The Netherlands, p. 154, trad.: «Non sputacchiare dappertutto!».
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